Siamo onorati di pubblicare il contributo dell’A.P.S.P. Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento – Presidente il Prof. Maurizio Pimpinella
Crescita e diversificazione, breve guida per gli investimenti.
Non è facile per gli investitori istituzionali dare un prezzo corretto alle tante realtà a forte contenuto digital che si affacciano sui listini. Nell’ecosistema digitale, economico e finanziario del futuro la parola d’ordine sarà diversificare (per crescere). Questo è il comun denominatore del cambiamento in atto nelle più importanti imprese internazionali.
Molte delle grandi compagnie tecnologiche e dei cosiddetti “unicorni” (cioè le imprese che hanno una valutazione superiore al miliardo di dollari), a livello globale stanno, infatti, progressivamente ampliando il loro raggio di azione, senza dimenticare i rispettivi core business, per sostenere crescita e posizioni di mercato, entrando con crescente decisione nel mercato dei servizi, in particolare di quelli finanziari.
I grandi operatori internazionali sono diventati maestri della diversificazione; e ciò ha permesso ai rispettivi marchi di continuare a crescere di valore sostenendo anche le branches in perdita. Capire cosa fa utili e cosa registra perdite non è facile.
Il punto fondamentale per la crescita degli operatori è la sostenibilità delle loro iniziative ed è su questo, ad esempio, che i mercati finanziari hanno risposto (per ora) con dei dubbi alla valutazione in Borsa di Uber (-7,6% all’esordio e un prezzo di 17 punti inferiore a quello di collocamento). E’ evidente che di fronte a iniziative futuristiche, dispendiose e di lungo periodo, soprattutto gli investitori privati – che di solito sono più ansiosi e cercano un guadagno di breve periodo – si sentano più rigidi e meno entusiasti. D’altro canto, in particolare a Wall Street, di recente c’è stato un repentino cambio di tendenza. Dieci anni fa, infatti, le aziende con Ipo in perdita erano il 33% oggi l’84%, con una crescita nel numero degli unicorni quotati.
In questa fase, invece, bigTech e grandi banche sembrano aver cambiato strada e pare abbiano deciso di collaborare. Questo è quello che si evince dalle numerose collaborazioni tra i colossi tecnologici e i giganti di Wall Street, tra cui i principali casi sono quelli che riguardano Apple, Amazon e Google con Goldman Sachs, Bank of America, Lloyds Banking. Un trend che potrebbe presto consolidarsi anche sul mercato europeo. Il fenomeno della diversificazione globale sta coinvolgendo anche l’Italia e, infatti, l’attuale scenario fintech – in senso stretto e in senso ampio – rappresenta un’interessante opportunità di crescita e d’investimento da osservare con particolare attenzione.
Il fintech ha già conquistato i millennials americani che sono ormai il target di riferimento degli operatori, mentre in Europa lo saranno entro il 2030. Il mercato si sta aprendo e il focus sono i consumatori di domani e i nativi digitali che possiedono una più spiccata propensione all’utilizzo degli strumenti innovativi.
Intelligenza artificiale, machine learning, big data, analytics e Internet of things (IoT) sono ormai diventati il pane quotidiano delle aziende del fintech che adesso puntano allo sviluppo di blockchain e quantum computing (un super computer che utilizza gli strumenti della meccanica quantistica per analizzare i dati) proponendo soluzioni di facile utilizzo, l’accesso in mobilità e la personalizzazione sempre più spinta del servizio. Parallelamente, termini e procedure nuove stanno diventando anche di uso quotidiano per
tutti noi grazie proprio ad una sorta di opera educativa svolta da questi operatori nei confronti dei loro utenti.
Dal lato impresa, il fintech rappresenta una preziosa occasione di diversificazione nel mondo finanziario, attivata tramite un processo capillare e (tendenzialmente) a basso rischio, ed è probabile che col tempo le imprese coinvolte decidano di operare sempre più in partnership con gli operatori tradizionali del settore. Dal lato risparmiatore, considerate le generali prospettive di crescita dell’intero settore, queste imprese rappresentano buone opportunità d’investimento. E’ infatti prevedibile che dopo la fase d’espansione tenderanno a breve a consolidarsi e ad essere riconosciuti come operatori dell’ecosistema finanziario a tutti gli effetti. Inoltre, l’aver differenziato i propri ambiti di attività rappresenta, in questo caso, un’assicurazione sulla tendenziale solidità societaria, un po’come investire in fondi vari per contenuto ma dalla reputazione affidabile.
In ambito finanziario, parlando di novità ed innovazione, non possiamo più prescindere dal fintech. Sono gli stessi consumatori che, ormai abituati da altri contesti come, ad esempio, quello dell’e-commerce, richiedono servizi sempre più ampi e disponibili.
L’evoluzione in corso è rapidissima, per l’investitore istituzionale e ancor di più per il risparmiatore sarà difficile separare successi di immagine e successi economici. Aumentano gli analisti impegnati a leggere nei numeri delle quotate tech. Seguire il loro lavoro è già un primo passo nella giusta direzione.
Prof. M. M. Pimpinella –
Presidente Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento
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